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Monitoraggio boati

Progetto di monitoraggio dei boati nella bassa Sabina

BREVE DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

Negli ultimi anni sono stati impostati e realizzati dal Servizio Geologico vari programmi di previsione e prevenzione dei rischi per finalità di difesa del suolo e protezione civile, svolti in attuazione delle disposizioni nazionali e regionali vigenti. In tale ambito, particolare rilevanza assume la lunga sinergia con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, attiva sin dal 2012 quasi senza interruzione di continuità. Tramite la stipula di tre consecutivi accordo di collaborazione ai sensi dell’art. 15 L. 241/1990 e ss.mm.ii., di durata quinquennale, il rapporto ha una previsione di sviluppo sino a Maggio 2029.

Nell’ambito dell’accordo di collaborazione 2024-2029 sul tema “Caratterizzazione geologico-tecnica e geofisica di siti interessati da sinkholes, fenomeni franosi, boati e altri fattori di rischio territoriale nell’area della Città metropolitana di Roma Capitale” è stato avviato uno specifico Progetto pilota di monitoraggio dei boati (i cosiddetti “brontìdi”) nella bassa Sabina, focalizzando l’attenzione sui territori comunali di Palombara Sabina e Marcellina.

Tali fenomeni, ben conosciuti nel territorio metropolitano, negli ultimi anni hanno mostrato una significativa ricorrenza, a partire dal 2020, specificamente nei dintorni della Valle del Tevere sia in destra (Capena) che in sinistra idrografica (Cretone, frazione di Palombara S.; Marcellina). Il tema, molto studiato in Italia agli inizi del XX secolo con le rudimentali tecnologie all’epoca disponibili, ancora ai giorni nostri è caratterizzato da molte incertezze. La complessità del problema dipende da un numero molto elevato di variabili e soprattutto dal fatto che gli eventi sono repentini, di brevissima durata e risentiti in un ambito territoriale molto circoscritto, senza che la rete di rilevazione sismica nazionale ne registri traccia. La presenza di un presidio territoriale di monitoraggio strumentale multiparametrico, ubicato nelle zone in cui si hanno notizie storiche di eventi pregressi, risulta fondamentale alla caratterizzazione dei fenomeni e alla definizione sia di indirizzi di governo del territorio, sia di procedure gestione delle emergenze. Benché le sollecitazioni connesse agli eventi censiti non abbiamo sin ad oggi determinato modifiche permanenti al suolo o alle infrastrutture con nesso preciso di causa/effetto, la popolazione residente è in stato di grande apprensione. Il settore di territorio in esame è comunque caratterizzato da altre diverse manifestazioni naturali (sismicità locale; attività tettonica di età quaternaria; fenomeni di sprofondamento catastrofico, cioè i cosiddetti sinkholes; carsismo ipogeo nel substrato carbonatico; manifestazioni idrotermali e emissioni di fluidi endogeni) la cui segnatura contraddistingue fortemente anche il paesaggio locale, come noto ai residenti. Di conseguenza, ad ogni verificarsi di boato la cittadinanza si allarma, temendo che si tratti di fenomeni precursori di eventi parossistici e distruttivi, gli organi informazione ne danno risalto e cresce la richiesta di azioni e rassicurazioni agli Enti Locali e nazionali. È perciò necessaria una risposta da parte delle istituzioni, anche in termini di informazione e divulgazione sui rischi naturali.

A partire dall’evento di Capena dell’ottobre 2020 (quasi contemporaneo alla sequenza registrata presso Orte, in provincia di Viterbo) si è attivato un gruppo di lavoro interistituzionale (composto, oltre che da CMRC e INGV, da Protezione Civile Regione Lazio, Consiglio Nazionale delle Ricerche- IGAG, ISPRA- Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e con la collaborazione attiva delle Amministrazioni comunali interessate. In tale ambito si sono messe a fattor comune le informazioni territoriali in possesso di ciascun Ente, allo scopo di caratterizzare i siti interessati. In mancanza di risorse, non è stato però possibile attivare sistemi di monitoraggio strumentale in continuo.

Dopo l’evento di Settembre 2024 fortemente risentito nel centro storico di Marcellina e un successivo evento sismico di magnitudo modesta (ML 2.5) con epicentro, verificatosi a Novembre 2024 in corrispondenza della fascia pedemontana dei Monti Lucretili, nel territorio comunale di Palombara Sabina ma a ridosso del confine con Marcellina, il tema e tornato ancora una volta in primo piano. Stante la richiesta di assistenza tecnica che i due Comuni hanno rivolto a questa Città metropolitana, l’Ufficio geologico metropolitano si è tempestivamente fatto parte attiva per dare ulteriore impulso alla ricerca applicata al territorio. In virtù del rinnovo dell’accordo con INGV firmato nel Maggio del 2024, in cui tra i temi di comune interesse erano stati appositamente inseriti i boati, si è convenuto tra gli attori della collaborazione di impiantare un presidio territoriale sperimentale di monitoraggio strumentale in continuo, che in breve tempo è stato progettato, installato e messo in esercizio sperimentale. In ragione della maggiore ricorrenza di eventi pregressi sono stati individuati come idonei al posizionamento di strumentazione i seguenti siti.

•             Territorio comunale di Palombara Sabina: nei dintorni della frazione Cretone, in località adiacente la S.P. Pascolare, presso lotto di terreno di proprietà privata;

•             Territorio comunale di Marcellina: Isola ecologica comunale località S.P. Marcellina- S. Polo, presso la ex cava di calcare di proprietà del Comune.

La sequenza di azioni sinora messe in campo comprende:

•             assistenza tecnica ai Comuni nella gestione delle emergenze;

•             supporto alla campagna informativa alla popolazione, con promozione di attività di citizen science tesa alla compilazione del questionario online “Hai sentito il terremoto?” sulla piattaforma INGV;

•             analisi preliminare dei dati statistici sui questionari di cui al punto precedente;

•             analisi storica sugli studi sui brontìdi, con particolare attenzione all’Italia centrale;

•             sopralluoghi ispettivi per la verifica delle condizioni logistiche per l’installazione delle stazioni di misura strumentale in continuo;

•             attività amministrativa per la realizzazione di interventi accessori e per l’acquisizione degli atti autorizzativi;

•             rendicontazione alla XII Commissione consiliare permanente “Tutela del territorio, erosione costiera, emergenze e grandi rischi, protezione civile, ricostruzione” del Consiglio Regionale del Lazio (audizione del 28/1/2025);

•             installazione delle due distinte stazioni di misura multiparametrica sismo-acustica, una per ciascun Comune interessato (completata il 6/2/2025);

•             messa in esercizio sperimentale;

•             controllo e manutenzione periodica degli apparati.

La strumentazione è di proprietà di INGV, che la mette a disposizione per l’attività di ricerca applicata al territorio e provvederà autonomamente all’installazione, all’eventuale manutenzione e al controllo periodico, con il supporto di CMRC. La strumentazione usata per ogni stazione sismo-acustica consiste in:

•             un sismometro che registra il movimento del suolo;

•             un sensore infrasonico che registra le onde acustiche fino alle frequenze sotto la percezione umana (20 Hz).

Entrambi i datastream vengono trasmessi via rete LTE ad un server presso l'INGV di Roma. Tutta la strumentazione è alimentata a 12 V DC via pannello solare/batteria tampone e non rappresenta nessun pericolo per persone o animali. I proprietari delle aree pubbliche e private hanno messo a disposizione i terreni a titolo gratuito, con contestuale assenso all’accesso periodico da parte del personale tecnico e scientifico di INGV, di CMRC e del Comune, venendo esonerati da qualsiasi responsabilità relativa ad eventuali danni alla strumentazione installata, di proprietà INGV.

Preme in conclusione mettere in risalto l’importanza e l’innovatività dell’iniziativa, che mette in sinergia un Ente nazionale di ricerca con competenze specifiche in merito al monitoraggio di tali fenomeni e Enti Locali con competenza di previsione e prevenzione dei rischi territoriali, in una virtuosa convergenza di interessi tesa alla salvaguardia del territorio e della popolazione. Si auspica di poter applicare il protocollo descritto ad altri siti dell’area metropolitana con analoga predisposizione.

Restano aperte le possibilità per questa Città metropolitana di compartecipare, nei limiti delle proprie competenze istituzionali ed a valere su proprie risorse finanziarie e strumentali da reperirsi, ad attività gestionali e di indagine complementari, che potranno essere individuate nel prosieguo del progetto di studio.